Colesterolo buono e cattivo: cosa cambia?


0

Colesterolo: che cos’è e da dove proviene

Il colesterolo, sterolo presente negli organismi animali, riveste un ruolo importante nella fisiologia dell’uomo in quanto costituente delle membrane cellulari e precursore degli ormoni steroidei e degli acidi biliari.

Il colesterolo presente nell’organismo può avere un’origine endogena, derivante dalle attività metaboliche del fegato, oppure un’origine esogena, in riferimento al colesterolo introdotto con gli alimenti.



Poiché il colesterolo è insolubile in acqua per poter circolare nel torrente circolatorio si associa a proteine, formando degli aggregati sferici che prendono il nome di lipoproteine plasmatiche.

Colesterolo cattivo e colesterolo buono

Quando si parla del cosiddetto “colesterolo cattivo” si fa riferimento a lipoproteine chiamate LDL che mediano il trasporto del colesterolo ai tessuti extraepatici. Esse favoriscono il deposito del colesterolo sulle pareti delle arterie ponendo le basi per un processo aterosclerotico tramite il quale si determina la deposizione di sostanze lipidiche nelle arterie, con lesione della loro parete interna.

Le lipoproteine HDL, invece, hanno una funzione opposta, motivo per cui vengono definite “colesterolo buono”. Esse infatti ripuliscono le arterie rimuovendo il colesterolo depositato convogliandolo al fegato, dove verrà poi eliminato attraverso la bile.

Con il termine colesterolemia si fa riferimento alla concentrazione di questa molecola nel sangue ed un suo aumento (ipercolesterolemia) rappresenta un rischio di malattie cardiocircolatorie su base aterosclerotica. L’eccesso di colesterolo ematico può essere di origine genetico-familiare o alimentare.

Controllo del colesterolo LDL

Il controllo non farmacologico dell’ipercolesterolemia prevede una dieta che riduca il colesterolo alimentare e i grassi saturi, in quanto essi favoriscono un aumento delle LDL nel sangue e quindi del colesterolo da esse trasportato.

Si è infatti osservato che sostituendo una parte dei carboidrati con una quota isocalorica di grassi saturi, contenuti in alimenti come carne rossa, burro, formaggi, olio di cocco e di palma, c’è un aumento della colesterolemia totale. Invece sostituendo gli acidi grassi saturi sia con acidi grassi monoinsaturi che polinsaturi omega 6, si ottiene una riduzione dei livelli sierici di colesterolo totale e LDL.

Diete a basso indice glicemico, ricche anche in fibre solubili, sono in grado di svolgere un effetto ipocolesterolemizzante modesto, così come il consumo di legumi che, grazie all’azione chelante delle saponine (glicosidi) e della lecitina (steroide vegetale), riducono l’assorbimento di colesterolo. Anche il consumo di frutta e verdura è inversamente correlato ai livelli di LDL colesterolo.

Colesterolo valori ottimali

La colesterolemia totale deve essere inferiore a 200 mg/dl, il colesterolo LDL deve essere inferiore ai 160 mg/dl, mentre per le HDL è auspicabile un valore maggiore a 60 mg/dl. Limiti più restrittivi sono suggeriti per i soggetti a rischio e affetti da patologie cardiocircolatorie.


Bibliografia

  1. Massé J. Triglycerides, high-density lipoproteins and the Framingham Heart Study.Am J Cardiol 1993;72:371
  2. Kris-Etherton, Penny M. “Monounsaturated fatty acids and risk of cardiovascular disease.” Circulation11 (1999): 1253-1258.
  3. Duane, W. C. “Effects of legume consumption on serum cholesterol, biliary lipids, and sterol metabolism in humans.” Journal of lipid research6 (1997): 1120-1128.
  4. Luc Djoussè et all, Fruit and vegetable consumption and LDL cholesterol: the National Heart, Lung, and Blood Institute Family Heart Study, Am J Clin Nutr 2004;79: 213–7
  5. Alberico L. Catapano et al. , 2016 ESC/EAS Guidelines for the Management of Dyslipidaemias, in European Heart Journal, 27 agosto 2016, DOI:1093/eurheartj/ehw272
Condividi con:

Like it? Share with your friends!

0

0 Comments

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *